Montepulciano mon amour. Se poi è quello abruzzese e non marchigiano e piceno va bene uguale, anzi. Degustazione di due magnum, entrambe annata 2011, di Montepulciano Colle Trà cantina Guido Strappelli di Torano Nuovo, e del Lumen (quest’ultimo con un saldo del 30% di cabernet sauvignon) di Dino Illuminati in quel di Controguerra. Due bottiglie che a mio avviso sono tra le massime espressioni abruzzesi declinate in rosso, di due produttori che da sempre tengono alto il nome del vino abruzzese, ed in particolare del Montepulciano (da menzionare, a questo punto, anche le due etichette di punta di ognuno: il “Celibe” di Strappelli ed il “Pieluni” di Illuminati, due riserve di Montepulciano d’Abruzzo Doc Colline Teramane). Iniziamo dal Colle Trà. Vino dal colore rosso rubino e dall’intenso profumo di marasca. Al gusto si presenta pieno, con i tannini ben amalgamati ma che hanno ancora tanto da dire. Da vigneti con 30 anni di età che si estendono in località Villa Torri nel comune di Torano Nuovo (TE), il Colle Trà è la seconda etichetta di cantina Strappelli, ma ha poco o nulla da invidiare alla prima, con in più un prezzo maggiormente vantaggioso (sui 14/15 euro la bottiglia da 0,75 lt). Uve prodotte da coltivazione biologica, con una resa media per ettaro di 70 hl. Vendemmia manuale con selezione dei grappoli. Fermentazione e macerazione per 13-14 giorni a temperatura controllata con affinamento in botti di rovere di Slavonia da 15 hl per un periodo di 12-18 mesi e successivo affinamento in bottiglia. Ottimo con arrosti di carne, brasati, cacciagione e salumi. Io l’ho assaggiato con arrosticini di castrato e devo dire che questo vino non ha deluso le aspettative, mostrando tutta la stoffa del montepulciano. Per essere un vino da 15,5 gradi alcolici, devo dire che si è fatto bere tranquillamente. Forse troppo…
Secondo vino della serata, tra l’altro degustato con analogo cibo, il Lumen del Cavalier Dino Illuminati da Controguerra, patria del vitigno montepulciano. Un blend di montepulciano (70%) e cabernet sauvignon (30%), sempre in magnum e analoga annata: 2011. Un vino che ci ha messo più tempo ad aprirsi (forse perché anche leggermente più freddo del Colle Trà), ma che ha subito mostrato i garretti con i suoi tannini ancora giovani: un rosso rubino intenso sfavillante di riflessi violacei nel bicchiere, al naso si presenta con intriganti profumi speziati di liquirizia e tabacco; dal gusto armonico ed elegante e dall’invidiabile struttura, il sapore del vino, una volta deglutito il sorso, rimane per diversi minuti in bocca, saturandola. Le uve – si legge nella brochure aziendale - dopo una attenta e scrupolosa selezione, sono tra le ultime ad essere vendemmiate (inizio ottobre per il cabernet-sauvignon e 8-12 ottobre per il Montepulciano d'Abruzzo). Dopo la diraspatura ed una pigiatura soffice, le uve vengono vinificate separatamente in vinificatori di acciaio inox e fermentano ad una temperatura di 28-30°C, per un periodo di 15 giorni circa. Terminata la fermentazione malolattica, i vini ottenuti vengono riuniti e travasati in barriques da 225 litri di diverse varietà di rovere dove rimangono circa 18 mesi, al termine dei quali si procede all'imbottigliamento. Successivamente il vino subisce un affinamento in bottiglia di 12-14 mesi nelle grotte della cantina prima di essere immesso sul mercato. Prodotto solo nelle migliori annate, con un prezzo che arriva a sfiorare i 25 euro (bottiglia da 0,75 lt.) Importante la gradazione alcolica: 14,5°. Due vini diversi, ma dal comune denominatore: quel Montepulciano che fino agli anni ’90 del secolo scorso era conosciuto per essere un vino dalle grandi rese coltivato a tendone-pergola, ingente quantità del quale prendeva la via del nord Italia per essere “tagliato” con i vini del territorio grazie alla sua potente struttura, ai suoi sviluppati tannini e alta alcolicità. Fortunatamente non è più così, o comunque il fenomeno si è notevolmente ridotto tanto che sono diverse oggi le cantine abruzzesi che producono vini d’eccezione da uve Montepulciano, una su tutte quella di Emidio Pepe cui si deve l’indubbio merito di aver “sdoganato” e fatto conoscere il Montepulciano nel mondo.
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PIERO LUCIANIGiornalista pubblicista appassionato di vini, in particolare bollicine. Amo bere bene in compagnia possibilmente al cospetto di una buona tavola. Archivi
Maggio 2023
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