Un Pecorino che profuma di montagna. L’Onirocep, anagramma della parola pecorino di quando quest’appellativo, non essendo ancora il vino una Doc, non poteva comparire in etichetta, è il fiore all’occhiello (insieme al Ribalta da uve Bordò) della cantina Pantaleone, piccola azienda in quel di Colonnata Alta a dieci minuti d’auto da Ascoli Piceno. Posta a 450 metri sul livello del mare proprio ai piedi del monte dell’Ascensione, l’azienda è condotta dalle sorelle Federica e Francesca Pantaloni con l’enologo Giuseppe Infriccioli (marito di Francesca), ed è salita alla ribalta della scena vitivinicola picena da diversi anni con i suoi vini biologici. Una cantina giovane (è nata nel 2005) ma già di successo, pur essendo una piccola realtà produttiva con i suoi 13 ettari di vigneti collocati a sud-est e coltivati a Pecorino, Passerina, Montepulciano, Sangiovese e Bordò, quest’ultima varietà da uve Grenache (o Cannonau) anticamente coltivate in alcune zone del Piceno e solo recentemente riscoperte per farne un vino d’eccezione (il Ribalta nel caso dell’azienda Pantaleone). Il Pecorino Onirocep degustato l’ultima volta alcuni giorni fa (annata 2016), è un vino dal colore giallo paglierino e dagli ampi riflessi verdolini tipici del vitigno. Al naso si percepiscono note agrumate, di erbe di campo e con richiami floreali, profumi arricchiti anche dalla forte escursione termica che si registra in questi vigneti di alta collina posti ad anfiteatro. In bocca è morbido e fresco, con una notevole dote di acidità. L’Onirocep 2016 - fermentazione in acciaio anticipata da criomacerazione (processo immediatamente successivo alla pigiatura dell’uva e antecedente la fermentazione: il mosto e le bucce restano a contatto per 12-24 ore, raffreddate ad una temperatura di 5-8° C per far sì che possano essere estratti gli aromi primari dell’uva presenti proprio nella parte interna della buccia. In questo modo si ottengono vini con profumi più intensi, fruttati e definiti) - ha una gradazione di 14°. Lo si può abbinare a piatti di pesce, risotti e pasta con verdure, oltre all’immancabile fritto misto all’ascolana. Un vino dove si può sentire l’estrema attenzione per “equilibrio, ambiente, territorio”, trinomio chiave da cui si evince il rispetto con cui la cantina Pantaleone lavora la terra e i suoi frutti. Interessante potersi concedere una visita in cantina, con la famiglia Pantaloni che ha fatto dell’ospitalità il proprio valore aggiunto e con le sorelle Federica e Francesca sempre molto disponibili nel far assaggiare i propri vini e prodighe di informazioni sulla cantina e sul territorio. L’azienda Pantaleone fa parte, fin dalla sua nascita, del Consorzio Terroir Marche, associazione di vignaioli che si prefigge la promozione e la valorizzazione della vitivinicoltura biologica/biodinamica marchigiana, la difesa del territorio e dei beni comuni, la diffusione di culture e pratiche per una economia sostenibile e solidale. L’Onirocep si porta a casa dall’enoteca con 10-12 euro.
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PIERO LUCIANIGiornalista pubblicista appassionato di vini, in particolare bollicine. Amo bere bene in compagnia possibilmente al cospetto di una buona tavola. Archivi
Maggio 2023
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