Negli ultimi anni, da grande estimatore della bollicina italica, devo dire che mi sono maggiormente interessato agli spumanti metodo classico trentini, ovvero a marchio Trentodoc (un brand che non ha avuto sin qui vita facile dal lato meramente commerciale e di marketing, nonostante l’indubbia qualità media dei prodotti che ad esso si rifanno), piuttosto che a quelli franciacortini. Interesse che mi ha portato a sviluppare una buona conoscenza rispetto alle aziende ed ai propri vini di riferimento. Non conoscevo, perché mai assaggiati prima, i vini dell’azienda Bossi Fedrigotti in quel di Rovereto, da qualche anno in partnership con la società Masi Agricola (cantina dell’anno per la guida del Gambero Rosso 2018). E’ sulla base di quest’assunto che, visto sullo scaffale di un’enoteca della riviera teramana il brut riserva 2012 del Conte Federico, non ho avuto esitazioni nel farlo mio in previsione di colmare presto la lacuna. Occasione presentatasi sabato scorso a cena, complici “du’ pescetti” ed alcuni amici. Beh!, che dire? Uno spumante Metodo Classico ben fatto, bolle persistenti (ma non fini), buona struttura, acidità a go go. Ecco, l’acidità: forse troppo accentuata. Dal colore giallo intenso con riflessi dorati; al naso si presenta fragrante, con aromi di crosta di pane uniti a crema, scorza d'arancia e spezie. In bocca, come dicevo poc’anzi, un’acidità sostenuta che ne fa un vino non adatto a tutti i palati. Uno spumante non docile, tanto che io lo vedo più adatto ad accompagnare egregiamente un intero pasto, piuttosto che come aperitivo, con piatti di pesce crudo e marinato, in particolare lo vedrei abbinato con del salmone affumicato. Ottimo anche con i fritti. Lo spumante Conte Federico Riserva è il risultato di un blend di Chardonnay (60%) e Pinot nero (40%), affinato sui lieviti minimo 36 mesi. La famiglia dei Conti Bossi Fedrigotti vive in Trentino da quasi 600 anni e da oltre 300 sono viticoltori. Nelle tante generazioni susseguitesi spicca la figura intraprendente del Conte Federico, padre degli attuali proprietari (tra cui Isabella, nota scrittrice), che cinquant’anni fa ha creato il Fojaneghe, primo taglio bordolese in Italia, ancora oggi icona del nobile casato, e che ha dato grande slancio alla produzione dei vini dell’azienda. Al suo nome dunque è dedicato lo spumante TrentoDoc Riserva Metodo Classico, prodotto che completa la gamma dei vini della cantina. In conclusione, per essere l’annata 2012 la prima riserva di questo spumante trentino, buona la prima ma mi sarei aspettato un vino un po’ più complesso, magari anche meno spigoloso, più morbido (anche più “ruffiano” se volete). Del resto, stando alle prerogative: prima annata in commercio della riserva, subito premiata con i Tre Bicchieri dal Gambero Rosso (guida 2018), non nascondo di aver avuto qualche aspettativa in più. Il prezzo? Pagato 18 euro, al netto di un piccolo sconticino da parte dell’enotecaro Tortoretano.
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PIERO LUCIANIGiornalista pubblicista appassionato di vini, in particolare bollicine. Amo bere bene in compagnia possibilmente al cospetto di una buona tavola. Archivi
Maggio 2023
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